Udine: “POESIA DI STANZA

A cura di Carlo Marcello Conti

Banca Etica, via Mentana, 14 – Udine
dal 28  maggio al 25 giugno 2022

Questi lavori sono parte di numeri speciali voluti e curati da Carlo Marcello Conti per la sua rivista internazionale di poesia e ricerche “Zeta” e rappresentano l’oggetto raro, istrionico, ma necessario per avvicinarsi alla civiltà visiva contemporanea, riconosciuto nel mondo attraverso la poesia visiva. Una ventina circa di nomi sono pochi, ma sufficienti a restituire una cifra visionaria e nello stesso tempo risolutiva per l’espressione comunicativa di un’opera d’arte oggi. Rapporti fra cose e parole, fra significati e significanti, fra quello che resta dei sensi. Scarabocchi, grafomanie, ideogrammi, segni sui muri, geroglifici, scrittura, fonazioni. Non una pittura con parole talvolta disubbidienti, né poesia con figure, piuttosto un effettivo sistema unico fra linguaggio e immagine, non una semplice convivenza di sensi tra sensi. Per una pratica di significazione totale e, in questa occasione, per sottolineare l’intenzione etico-ambientale degli autori. Tanto radicata da risultare perfino involontaria, dal momento che, salvando quello che rimane filtrato dai nostri sensi, potrà essere preservato quanto servirà a salvare il pianeta. A volo di uccello o drone, preziose queste scritture di Greta Schodl adagiate sugli ori della natura. Come lo sono le epigenetiche fonazioni-partiture di Giovanni Fontana, architetto della voce; o lo “Spensare” di Martino Oberto, radiografo del restauro. Il cucito che forma la parola “Adagio” di Elisabetta Gutt. “I voli del linguaggio” di Gian Paolo Roffi, costretti a beccare vermi come i gabbiani. Un frammento della laguna di Venezia di Julian Blaine. L’illeggibile incrocio di righe di Verdi o “Acqua e Luce” di Arrigo Lora Totino, Con “Tanti” di Carlo Marcello Conti. I “rifili” di Claudio Francia, Igor Shankovsky, Franco Beltrametti, Tomaso Binga, Lamberto Pignotti. “Esemplare” per la sua esemplare semplicità ironica di Giulia Niccolai o di Paulo Bruscky, cambiamenti di senso di Robert Kabas o Pier Mario Ciani. “Catastrofi nucleari e dintorni” sempre attuali per Luciana Arbizzani o partiture di macchie per un concerto sperimentale ma attuale di Andrea Centazzo. “Più Verde” per Elio Grasso nella natura della poesia e della scrittura che indossa Giancarlo Pavanello, forse “Per un Io e un Te appesi al telefono” di Marilla Battilana. Nella “Vita” che così torna a ruggire in un vuoto di senso di Michele Perfetti o nei “Zeroglifici” di Adriano Spatola. Ma “Tutto Scorre”, antico, grande, sempre attuale messaggio che riprende Eugenio Miccini con linee più sottili e più grosse, tutto scorre come “Si si si no nimi” di Mirella Bentivoglio. Infine il “Lui Lei” di Maria Pia Fanna Roncoroni dove la presenza di lui è più ingombrante di lei e chissà quale equilibrio troverà il latte del mondo per tutti noi, animali compresi, per una specie di interesse di ognuno. Da questo piccolo gruppo di divergenze potrebbe scaturire una possibile stanza di poesia concreta, stabile, per non far dimenticare urgenze tanto necessarie per i sensi comuni.