Yale University, Beinecke Rare Book & Manuscript Library:”Beyond Words: Experimental Poetry & the Avant-Garde”
dal 30 agosto al 15 dicembre 2019
Il giorno 30 agosto 2019, presso Yale University, Beinecke Rare Book & Manuscript Library, s’inaugura la mostra dal titolo “Beyond Words: Experimental Poetry & the Avant-Garde”.
Beyond Words, esplora solo una piccola parte di questo vasto universo. Facendo poco più di un breve cenno all’opera rivoluzionaria e al significato dell’avanguardia storica, la mostra si concentra quasi esclusivamente sull’Europa continentale del dopoguerra. Anche qui, i contributi vitali dell’Europa orientale sono in gran parte assenti, nonostante gli intimi legami che legavano i poeti sperimentali su entrambi i lati della cortina di ferro. Allo stesso modo si perdono i collegamenti con gli alleati britannici, americani e giapponesi. Più cospicui di tutti, i poeti concreti brasiliani fanno solo un’apparizione cameo, e principalmente nel ruolo di fioretti, nonostante il loro impatto massiccio e globale sulla poesia sperimentale e sull’avanguardia del dopoguerra. Tali omissioni sono lampanti. Senza la collaborazione di artisti che la pensano allo stesso modo in tutto il mondo, la distesa creativa della poesia visiva e sonora all’interno della stessa Europa del dopoguerra è difficilmente immaginabile.Uno sguardo ai programmi delle mostre o alle pagine di riviste d’avanguardia come Cinquième Saison, Ou, De Tafelronde e Lotta Poetica è sufficiente per vedere l’importanza che gli europei attribuivano all’epoca al mantenimento di queste reti globali.
La scelta di puntare sulle opere del Continente, e in particolare di Francia, Belgio e Italia, oscura molto di ciò che era essenziale per la loro composizione e significato. Ma lascia anche spazio per esplorare almeno alcune complessità di artisti e movimenti che nel complesso rimangono ancora sconosciuti anche agli intenditori della poesia sperimentale del dopoguerra. Le opere di Isidore Isou, Maurice Lemaître, Gil Wolman e François Dufrêne offrono l’opportunità di considerare il ruolo determinante del lettrismo e dei suoi vari rami, relegati ai margini di molte narrazioni esistenti, nel plasmare le battaglie sulla poesia visiva e sonora negli anni ’50 e anni ’60. Le alleanze cruciali di Paul de Vree, prima con Henri Chopin e poi con Sarenco, emergono dall’ombra per rivelare la centralità del Belgio negli anni ’60 e ’70. Insieme a Sarenco, Lamberto Pignotti, Luciano Caruso e Ugo Carrega offrono uno sguardo sull’universo complesso, oscuro, ma densamente popolato che è la poesia visiva italiana. Sebbene sia un piccolo episodio di una storia molto più ampia, l’arco della poesia visiva e sonora nell’Europa del dopoguerra estende facilmente i confini di un’unica mostra.